domenica 23 gennaio 2011

Giù al Nord - Come ci si arriva

Oh mamma, è passato quasi un mese da quando son partito per il Nord,
e che racconto ora? Mi ricorderò qualcosa?
Beh così imparo.

Correva l'anno... scorso, perché siam partiti il 26 Dicembre.
La compagine è formata da 4 baldi individui:
· la boss, titolo d'onore che le riservo personalmente;
· il musico, il decano del gruppo, artista della Romagna in fiore;
· l'insonne, che non dorme mai quando si dovrebbe, e si vede;
· il sottoscritto, che si sottoscrive;

La boss ci aveva procurato i biglietti del treno, le cuccette sono a 4 posti, perfetto.
Sì perché si parte alle 18.00 t.a. (tempi africani), per arrivare
precisamente fra le 7.00 e le 10.00 del mattino.
L'orario di arrivo è molto affidabile, quel treno arriva sempre
entro 3 ore dopo a quella prevista. Diciamo che ha un ritardo puntuale.
Si parte da Yaoundé, fino a pochi anni fa la linea arrivava anche a Mbalmayo,
ma ora ci sono solo vaghe tracce di binari pieni di erbacce.
Non è malaccio, il reparto cuccette, somiglia ai nostri. Magari le lenzuola
nostre sono un po' più pulite, ma che male farà poi qualche macchia?
C'è pure il vagone ristorante, per non lasciare incustoditi i bagagli
facciamo due turni, e proviamo. E` decente, non buonissimo, il "solito"
piatto unico, per esempio pollo e riso con salsina. Ho mangiato panini
ben peggiori sugli eurostar italiani.
Ci sono varie "guardie" sul treno, praticamente in ogni punto fra un vagone
e l'altro. Hanno più dei poliziotti che dei controllori.
Pare ci siano parecchi tentativi di salire a bordo senza biglietto,
in una delle molte stazioni intermedie. Molte porte del treno rimanevano
aperte, anche in corsa! E non intendo dire non bloccate, ma proprio aperte,
che sbatacchiavano...
E poi, in tali stazioncine, un grido: "Lollollollollò!"
E` magico, un urlo scaramantico, serve a scongiurare... la sete.
Infatti non è nient'altro che "l'eau l'eau l'eau": l'acqua.
Dei bambini, solitamente, che vendono bottiglie d'acqua, riempite
chissà dove. Se non compri, ti chiedono almeno delle bottiglie vuote,
perché il riciclaggio non è mica prerogativa di noi occidentali.

La notte passa bene, a ogni ripartenza da una stazione sembra
che il treno vada in pezzi, fa un rumore bestiale, sembra che venga arpionato,
tamponato, non si capisce, non ce l'hanno la frizione i treni?
Ma io riesco a dormire nonostante il fragore terribile, causato oltre che dal mezzo di locomozione,
anche dal russare del musico, il nonno del gruppo, che mi fa ricordare
un mio ex compagno di appartamento che si riusciva a sentire due porte
chiuse più in là. Poi lui è convinto di aver smesso di russare, invece ha solo
cambiato compagno di stanza, con uno meno sensibile ai rumori notturni.
Forse però il musico vincerebbe, inizialmente pensavo a un'ostinazione
nell'imitare l'orso grizzly in calore, ma ben presto ho capito che sono
i grizzly a tentare invani di imitare lui. E non era nemmeno in calore.
Ma il segreto sta nei tappi! Dall'Italia mi ero portato dei tappi per le orecchie.
Il povero insonne, già quasi impossibilitato a dormire di suo, passerà quella notte
a canticchiare, rumoreggiare, tirare oggetti al musico, tentando di zittirlo.

Fa un freddo cane, di notte, e non è una battuta, perché per andare al Nord
prima ci si arrampica sull'altopiano dell'Adamaoua, che è anche il nome della
regione. L'altitudine è intorno ai 1400 metri.
Il mattino arriva e il paesaggio un po' cambia, la foresta equatoriale non c'è,
al suo posto una strana pre-savana alberata. Ngaoundéré è la nostra tappa,
capoluogo della regione suddetta, si arriva poco prima delle dieci come previsto.
La boss sul treno ha già preso i biglietti del car che ci porterà a destinazione,
Garoua, che già ho nominato, città dell'ippopotama.
Data l'ora, il clima si fa caldo, e parecchio, il sole brucia assai.

Aspettando la partenza del nostro mezzo, un tizio attacca bottone
con noi, parlando inglese, al che la boss si ritira dal dialogo, lei ha imparato
solo il francese stando qui. E` del Nord-Ovest, anglofono, e sta anche lui
andando al Nord. Mi lascia il suo biglietto da visita: è un deputato,
ispettore del tesoro e segretario della commissione affari esteri.
Chissà che non mi torni utile.
In Camerun, come in altri paesi africani, il trasporto pubblico su ruote
è gestito da un sacco di società con 'sti cavolo di minibus, i car, che partono
tutti a degli orari precisissimi: appena si riempiono. Non sgarrano mai,
non partono assolutamente se c'è ancora una parvenza di interstizio in cui
infilare qualcuno. Solitamente, quindi, sono viaggi molto scomodi.
Stavolta però siamo relativamente fortunati, il car in questione è grande,
più o meno come i nostri bus turistici, ma meno lussuoso e senza aria
condizionata. Il paesaggio ripaga del disagio, man mano che ci si inoltra
a nord, si attraversa un parco nazionale, nel quale alcuni dicono di aver
visto delle scimmie (ma nessuno di noi 4, che siamo ansiosi di fare incontri
animaleschi), comincia la savana vera, e si vedono molti villaggi che hanno
uno stile completamente diverso da quelli delle zone più a sud.
C'è anche una vaga impressione di ordine, quello che manca nel caotico Centro.
Ci sono spesso dei muri che cingono alcune delle case dei villaggi, ricordano
un po' dei fortini medievali. Il tutto con mattoni che vengono fatti a mano,
del colore della terra.
Tornando alle scimmie, noto che anche i camerunesi sono stupiti, incuriositi,
del tipo "là, ho visto una scimmia!" e parecchi si alzano in piedi, si girano
a cercarla. Sulle prime mi chiedevo "ma non sono abituati?".
Poi in effetti ho realizzato che se è gente che vive più a sud, potrebbe
aver visto meno scimmie di me. Per fare un paragone, in Italia vivono i camosci,
ma non è che li vediamo tutti i giorni, vivono solo in determinati luoghi.
Quindi non è strano che ci sia un italiano che si stupisce quando ne vede uno.

Il viaggio in maxi-car ha un che di inebriante, per queste distese sconfinate
di savana, per il caldo che intorpidisce, per gli odori che si spandono nell'aria...
Che strano odore, invero, cos'è? Ahem, salto qualche dettaglio, ma la tizia
seduta esattamente dietro di me ha rigettato per delle lunghe mezz'ore.
Scaccio dalla mente l'immagine che mi è venuta seduta stante (stava seduta):
una vomitata contagiosa collettiva, prigionieri in un bus senza via di fuga,
e mi concentro sui paesaggi.
Il pullman, ma sì, chiamiamolo così, non fa soste degne di nota, e si
prospettavano cinque ore di viaggio... A un certo momento comincio a soffrire
per la scomodità, proprio quando stavamo per entrare in Garoua.
Ci abbiamo messo meno del previsto, tre ore e mezza, nelle prime ore del
pomeriggio siamo già rinfrescati e docciati, nella bella e accogliente casa
che ci ospiterà, pronti per uscire di già a fare un giretto per la città.

Per ora vi lascio qui, ma non farò passare troppi giorni per raccontare i viaggi nel
viaggio del viaggio e a mostrarvi un po' di immagini.

lunedì 17 gennaio 2011

Auguri!

Ehm, chi si aspettava delle esaltanti foto del Nord, dovrà pazientare ancora.
A parte i soliti problemi di lentezza di connessione, ci sono anche quelli
di "impegni del blogiferatore". In questi posti dimenticati da... chi era?
Ah sì, Dio. In questi lochi ameni, uno che sa non solo accendere un computer
ma addirittura anche usarlo, viene sfruttato il più possibile, c'è gente che
nemmeno conosco che per strada mi chiede di sistemargli il pc.
E spesso sono delle cavolate immani, tipo installare un antivirus,
alzare il volume di windows (mannaggia), e via discorrendo.
Chi non è un mio "collega" (quelli mi han già capito), penserà
"beh, è il tuo pane, no? Tu non sei quello che lavora con i computer?".
Sì, certo, come no.
Per fare un paragone, diciamo che sarebbe come se io fossi un chirurgo e
arrivasse uno a chiedermi di tagliargli le unghie.
Beh, che c'è? Un chirurgo non è uno che lavora con strumenti da taglio?
E allora affettami il pane e non fare il difficile, che poi devi ritagliarmi
gli origàmi.

Ma veniamo a noi.
Auguri!
E` con somma gioia che annuncio che oggi... ieri... insomma, Lunedì 17 Gennaio
si festeggia... Sant'Antonio Abate! Che qualcuno chiama "il Santo del porcello",
poiché viene spesso raffigurato assieme a quella cosa da cui si ricava il salame.
Protettore degli animali, cosiddetto pure, e per questo motivo lo scelsi come
santo protettore (ops) quand'ero un giuovane animale virgulto pieno di sani valori cattolici.
Per essere sinceri, del mio onomastico m'importa tanto quanto l'igiene orale
dei finlandesi (evvai con le citazioni).

Si festeggia il primo compli-trimestre di Maria! Un quarto di anno!
Una stagione intera! La durata del film Ben Uhr!
Un quattrocentesimo di vita (camperà cent'anni, no?).
Evvivaaa! La sua mamma ci ha fatto una crostata di marmellata di papaya,
che qua mica si usano le banali albicocche.
Ha tre mesi e chiacchiera un sacco!
Non la crostata, quella l'ha fatta oggi e non diceva granché.
Maria è una chiacchierona. Non ci credete? Beh, i video non ve li mando,
ma vi assicuro che è tutto un "ahuuu... gheee...", ha detto persino "ao" una volta.
in risposta a un "ciao" della mamma. E le risate che si fa!
Cresce forzuta, da sdraiata tira sempre su la testa,
ha un futuro da culturista. Bene, la cultura è importante, ostia.

Ma una foto ve la metto, con didascalia brutalmente rubata.
Non si vede, ma ha gli occhi blu.
Qualità bassa, presa da video, ma se la mamma acconsentirà,
prima o poi qualche altra foto arriverà. Trullallà.


Orgoglio di zio


Ho chiamato la posizione in cui ho messo la bimba poltrona sul mondo, perché
è bella in alto e può osservare. Non sono Giucas Casella, la tengo semplicemente
su con un braccio messo a mo' di seggiola, appunto. Per i braccioli ci sto lavorando.
Finché pesa solo sei chili si può fare. Per 6 minuti. Un chilo al minuto.

Assomiglia sempre di più al papà, invero, anche se in qualche smorfia o espressione
viene fuori la nostra famiglia. Voi che ne dite?

giovedì 6 gennaio 2011

Giù al Nord - Anticipazioni

P.S. (Pre-Scriptum):
Ti vedo, Egitto! Benvenuto(a) nella statistica :)
Per l'ignota persona che si tira gli elettrodomestici sui piedi,
non credo sia questo che s'intende con "stirarsi le gambe".
C'è un sondaggio, qui a destra, votate con giudizio.

Anticipazioni.
Sono rimasto senza compagni di viaggio, quassù a Garoua,
gli altri son partiti 2 giorni fa, io ho prolungato per fare un altro
giretto in solitaria, un altro viaggio nel viaggio nel viaggio.
Vista in solitudine, l'Africa è ancor più strana e ben più dura da digerire,
per noi agiati occidentali. Quando si è in giro in gruppo si fa comunella,
si vede tutto come una vacanzina, si chiacchiera, si scherza, si vive in gruppo,
forse ci si desensibilizza un po' verso l'esterno. Si è in una bolla.
Ma quando si è da soli e si è costretti a dialogare solamente con gli abitanti,
quella specie di vetro che ci separa dal loro stile di vita, si infrange.
Quello che ci fa vedere tutto come se fosse in esposizione per noi.
Se per noi il respirare la loro condizione di vita è cosa dura da digerire,
figuriamoci cosa può essere per loro starci dentro per tutta la vita.
Ma non intristiamoci, ché le cose mica si cambiano facilmente,
piuttosto ringraziate i vostri dei per come si vive lassù nel nostro mondo,
e per il privilegio di potersi incazzare perché il condizionatore raffredda troppo
o perché l'acqua del bagno si riscalda troppo poco.

Posti incantevoli, tuttavia.
In gruppo: luoghi montani sperduti eppur turistici, pernottamento in una
missione ai confini del nulla con preti ai confini della follia,
villaggi arabeggianti nella savana, parco nazionale nell'Africa dei documentari,
con elefanti, facoceri, antilopi e giraffe, ma ahimé senza né leoni né Piero Angela,
e poi ultimo dell'anno assieme alle turiste belghe e ai giapponesi.

Da solo: viaggio al "mare del Nord", poi addirittura fino al Madagascar,
incontri ravvicinati scimmieschi e con altre simpatiche bestiole,
tentativo di visita della chefferie più importante di tutto il Nord e forse
di tutto il Camerun, nottata in un notorio Albergo di Prestigio, rischio plurimo
della vita a bordo di mezzi d'avanguardia, ed alfin il ritorno alla base di Garoua,
ove la cosa più bramata è una doccia.

Il tutto condito da pazzi camerunesi che guidano la moto o il minibus pensando di essere
i conquistatori del mondo a bordo del Carro Armato Invincibile (il CAI),
mi son visto in diretta 3 incidenti in 10 giorni, di cui almeno due avrebbero
potuto avere tragiche conseguenze.

Domani comincia il rientro, che finirà dopodomani. Mi attendono 3-4 ore di car,
un'intera nottata di treno, e poi altro car o macchina per Mbalmayo.

A presto, dunque.