domenica 12 dicembre 2010

Ouest parte seconda

Sono vivo!
Magari qualcuno si stava preoccupando... o stava gioendo...

Fra lavoro intenso e malattie varie (sì, sono un catorcio), sono passate altre 2 settimane,
è ora di terminare il mini-resoconto dell'Ovest.


Noi eravamo nella parte francofona, ma un po' di ordine in più e un diverso stile
architettonico faceva pensare alla Germania (pensavate che dicessi Inghilterra, eh?), 
infatti i tedeschi sono stati fra i primi colonizzatori di queste zone. 
Sembra che per i cittadini tedeschi non serva un visto per entrare in Camerun.
Nel Centre Climatique, dove alloggiavamo, c'era pure la piscina, ma se la temperatura 
non invitava il bagno, le creature galleggianti sull'acqua ancora meno. 
Non che facesse proprio schifo, ma non era esattamente pulita.
Una cosa degna di nota è che nel bungalow "vicino" al nostro, a cento, forse duecento metri
da noi, stava soggiornando... rullo di tamburi... Roger Milla!
Ora probabilmente l'audience si divide in due. Una delle due metà sarà composta
quasi integralmente da maschi, che troveranno inutili (o errate) le spiegazioni di cui sotto.
Se invece siete fra quelli che hanno subito pensato "e chi cacchio sarebbe costui?" 

leggete con estrema attenzione.
Roger Milla è uno degli orgogli del Camerun, subito dopo le brochettes.
Ex calciatore, nato a Yaoundé, la capitale, è passato alla storia, oltre che per i suoi
meriti da attaccante, anche per aver inventato la Makossa, "una danza attorno alla bandierina
per festeggiare i suoi gol, una danza che diventerà un'icona e che farà il giro del mondo".
E proprio durante i mondiali di Italia '90. Ho citato spudoratamente wikipedia.
Pensa che roba, e dormiva vicino a noi, è una di quelle cose che ti fanno dire "Embé?".
Ma 'nfatti... poi manco l'ho visto, ce l'ha detto una tizia che lavorava lì.
Però ho visto che aveva una guardia che presidiava il suo bungalow,
anche quando lui non c'era. Paura che gli rubassero... la fama?

Ma torniamo a noi.
Nel clima di festa del viaggio, cosa c'è di meglio da fare, se non andare 
a un funerale
Sorvolando sull'apparente ossimoro intrinseco...
Aspetta, non posso aver scritto una cosa simile. "Sorvolando sull'apparente ossimoro intrinseco" ?
A parte quel che può sembrare una stronzata gigantesca, i funerali dalle parti dei Bamileke
sono delle feste. Ricordo che i Bamileke sono le popolazioni dell'Ovest, in caso.
Quando muore qualcuno non si fa il funerale, ma la "doglia", l'interramento, insomma.
Quello sì che è triste.
Ma poi, ogni anno, per svariati anni, si fa il funerale, che invece è una bella festa.
Serve a ricordare le cose belle del defunto. A seconda delle possibilità economiche

del caro estinto, le festività possono durare giorni, anche due settimane.
Noi abbiamo partecipato a un pomeriggio "e mezzo" di tal funerale, del popolo
Balevang, nel villaggio omonimo a venti minuti da Dschang dove soggiornavamo.
L'ho trovato più divertente dell'intronizzazione, sarà la dimensione più umana, 
con meno fronzoli, niente TV, pubblicità, eccetera, ma comunque tante danze, 
costumi, musica, cibo e birra, che pare non manchi mai in Camerun.
Ho persino ballato, per un minuto, non di più, di fianco a una qualche personalità
del villaggio, notabile o chissà che altro, completamente ubriaco.
Anche qui però mi divertivo a "entrare" nelle danze per filmare, magari al centro
di cerchi di donne in costumi tradizionali. No, non erano vestite solo con gonnelline di brochettes,
quest'idea però mi stuzzica, mannaggia a chi me l'ha scritto :)
Pare che nelle feste i nostri fuochi artificiali notturni siano qui invece degli spari diurni.
Qui c'era un tale che sparava in aria con un pistolone, che faceva sussultare

tutte le persone intorno. Fortunatamente lo caricava a mano dalla canna,
come si vede nei film dell'ottocento, così passavano almeno un paio di minuti
fra uno sparo e l'altro.
All'intronizzazione c'erano dei fucili che quando sparavano in aria
facevano cadere pezzi di rami d'albero e foglie, quindi non erano a salve...
Di funerali in giro ce n'erano un sacco, sono pubblicizzati con dei gran striscioni.
E` una tradizione molto forte, ci tengono parecchio. Si respirava molto il fatto

che le tradizioni sono tenute vive, molto più che qui al centro dove siamo noi.


Altre belle cose che si son viste: l'università di Dschang, un vero e proprio Campus
che noi ce li scordiamo, su una collinetta proprio sopra al Centre Climatique, tra l'altro.
E un museo che apriva in quei giorni, con ingresso gratuito, nel quale siamo riusciti
a fare solo un paio di foto, era vietato. Museo dell'evoluzione, o forse il nome era tutt'altro,
ma raccontava parecchia storia dell'Ovest e del Camerun in generale, dai primi colonizzatori, 
la schiavitù, l'indipendenza, e il culmine dell'evoluzione: le brochettes.
Mi sarebbe piaciuto visitarlo per bene, ma c'era molto da leggere, molta Storia,
interessantissima, a mio avviso, ma non ti davano il tempo, perché altre persone dietro
aspettavano. Ottima pubblicità, direi. Lì ho appreso che i primi colonizzatori africani
(non camerunesi) in assoluto sono stati i Portoghesi, poi Olandesi, Belgi, e via con 
tedeschi, inglesi, francesi, non ricordo l'ordine esatto, a quei tempi non ero in Africa.


Due parole vanno spese per "Banana Fashion", un negozietto, un buco di 3 metri per 4,
di un tale che vendeva vestiti, scarpe, borse, cappelli, interamente fatti di foglie di banana.
Lui stesso era vestito di banana. Ma lo vedrete fra poco.
Io non potevo fare a meno di cantare "Banana Joe".



E` una cosa particolare tornare da un viaggio simile, perché è un viaggio nel viaggio,
non è che poi si torna a casa, sempre in Africa sono, è una sensazione piacevole.
Meno piacevole è la labirintite che mi sono portato come souvenir, iniziata con un gran male
d'orecchie e di gola, che mi ha accompagnato per altre 2 settimane, mannaggia,
con tanto di giramenti di testa e forti nausee. Ero sempre orizzontale, letto o divano.
Altrettanto poco piacevole è l'imboccare la strada sbagliata a Yaoundé, proprio quei 50
metri, sì e no, che sono assolutamente proibiti per chiunque, solo il presidente in persona
ci può passare. Del resto, essendo ancora per me alquanto oscura la morfologia capitale,
e ancor di più per gli altri viaggiatori, abbiamo chiesto informazioni per raggiungere 
un determinato luogo in cui dovevamo lasciare uno di noi.
Beh, tutti ci rispondevano "sempre dritto", "tout droit", e noi via, sempre dritti.

Peccato che in quel dannato punto c'è una rotonda, che guarda caso però ha anche una 
strada che la taglia, ci passa proprio in mezzo, ed è corta, sì e no 50 metri.
Guidavo io.

E` stato divertente tentare di far lo gnorri, accorgersi con il proverbiale secondo di ritardo
dell'immane cazzata che si sta perpetrando, complici anche i compari, "sì sì vai sempre dritto, 
ci han detto così". Spassosissimo vedere quei 5-6 fra vigili, poliziotti, militari, guardia nazionale,
cavalieri templari o chissà chi altri, correrci letteralmente dietro in mezzo alle macchine,
dentro a una rotonda, a Yaoundé-l'inferno-che-è-in-te, mentre noi tentavamo spudorati 
di far finta di nulla...
Non siamo sfuggiti, ci hanno intimato la resa senza condizioni.
Inutile appellarsi alla convenzione di Ginevra, probabilmente manco sanno dove si trova.

Minacce di ritiro patente, ritiro libretto, ritiro del permesso di urinare...
Paventando un ritiro del permesso di mangiare brochettes, siamo arrivati a un accordo,
una multa di 12000 franchi, 18 euro che ci siamo divisi in 4.
Multa è un termine ad alto contenuto eufemistico, se solo si provava a chiedere una ricevuta

il cattivissimo ufficiale della Gestapo Camerunese ripartiva con l'elenco delle minacce.
Non so se s'è capito, ma di fatto gli abbiamo dato una mazzetta, qui le cose funzionano così.
Chissà se corrono così tanto in mezzo al traffico se vedono uno che scippa una borsetta,
che ruba una macchina, che viaggia senza targa, o quando sono in 4 su una moto. 
Non credo, non ne val la pena. Beccare dei bianchi che imboccano la strada del presidente,
però, è una manna dal cielo.

Bene, siamo alla fine della storia.

Ovviamente non si può raccontare tutto questo senza almeno farvi dare una sbirciatina,
quindi ecco il secondo giro di foto, scattate quasi tutte dai compagni di viaggio,
io avevo finito la batteria. Alcune sono scatti da cellulare.


Le foto. Buona visione.
.

3 commenti:

  1. ...bello il viaggio nel viaggio, belle anche le foto...hehehe che rider...però uff son stanca di non riuscire a distaccarmi da immagini già vissute per immaginare quello che vivi e vedi tu laggiù...che sia ora di fare la valigia???? Maraaaaaaaaa...nemo???? :))

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  2. meglio tardi che mai sono arrivata ad attingere anche a questa pagina e farmi una dose di foto che tanto mi fa bene tormentarmi con la nostalgia, ancor piu' ora che ho appreso delle usanze funerarie, chissa' che non miriesca di venirci a"posa' i osi" se vi lascio un lascito(ovvio) per includermi nelle ricorrenze ricorrenti con festeggiamenti vari? Vi procuro anche la fotoincorniciata con pizzi di Cantu'

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