sabato 25 dicembre 2010

Parto!

Ciao Mbalmayo, cittadina strana, piena di colline, piena di gente simpatica.
Nelle prime tre settimane della mia permanenza qui, due fattacci ebbero luogo
nel raggio di 50 metri  da casa nostra, un'aggressione a un motociclista
praticamente davanti al nostro portone, e un furto di alcuni pc.
Noi poi, cioè Sara l'ostetrica che magari mi legge dal nord, e la saluto,
e il sottoscritto, quella sera del motociclista abbiamo pure sentito
qualcosa di strano, ma non siamo mica intervenuti, un po' perché
sembrava che si fosse tutto calmato in fretta, un po' perché non ci pareva
il caso di andare a intromettersi, brutto da dire ma chi siamo noi,
se non dei bianchi intrusi?
E  un po' perché dovevamo finir di vedere la puntata di Boris.
E io poi, quella sera dei pc, avevo pure sentito il guardiano
che hanno legato come un salame, per poi entrare indisturbati
a far man bassa di computer. Sentivo delle urla, in piena notte,
confuse, a me sembrava un ubriaco, e non diceva qualcosa
in francese comprensibile al sottoscritto. Probabilmente
parlava in lingua locale. Il mattino seguente mi hanno raccontato
e le circostanze coincidevano.
Ma probabilmente erano ladri e rapinatori simpatici.
Come quei tizi che quando ci vai a comprarci il pane nei loro panifici,
che ci hanno anche i panifici qui, e dentro c'è pieno di baguettes,
come i francesi sono, ma sono tutti neri, non le baguettes, che sono
color "baguette". E buone proprio, ma davvero nel senso di "mmm che buone".
Sono proprio gioviali sono, sembra che pare che quasi
si direbbe che gli fai un torto, gnanche li andessi a derubare anca loro come i
motociclisti, ma i soldi io ce li do. Centoventicinque franchi una baguette,
e per farne un kilo kon la kappa ce ne vogliono 6, che sarebbe un euro e mezzo,
giusto per vedere quanto costa la baghèt al kilo con la kappa.
Ma io ne prendo solo 4 che fa cifra tonda, come i beignet, belli tondi,
fritti, si pronunciano come i bigné, sembrano tipo quasi assomigliare circa ai nostri bomboloni,
ma un po' più piccoli e meno male, che son pesanti, e senza creme o marmellate.
E questi sono stati in realtà la mia prima droga, conosciuti e amati
senza "eh" e senza "beh?" a soli cinquanta franchi l'uno,
sette centesimi e mezzo di euro.
Roba da trangugiarne tantissimi ma secondo me non fanno male, l'olio fritto
e rifritto non s'è mai sentito dire che faccia male, e se non erano buoni,
allora perché le mosche ci andavano sopra in massa, dato che sono lì sul bancone
senza coperchi? Forse perché il diavolo fa solo le pentole? Eh, son dilemmi.
Ma tanto ci vado in bici a prenderli, perché così faccio lo sport, poi mi danno
anche loro una sport(a) di plastica nera per metterli dentro, gnanche fossero
cadaveri, e senza tovaglioli di carta, pensa che bell'untamento.
E siccome i bianchi devono per forza essere ricchi, e i ricchi per forza devono
viaggiare in macchine grosse come il rinoceronte bianco (appunto), e siccome
se vai in bici allora non sarai mica povero?, allora "Ah ah ah, le blanc!".
E forse sottindendono "in bici, 'sto mona". Infatti me lo dicono: monamì.
"Salut, mon ami". "Salut, mon frère". Son pieno di amici e fratelli, quaggiù,
quindi non è vero che son tutti cattivi. E vacci tu a prendere il pane al
"Centre ville" con quella salitona che poi ti affanni, e con il caldo di qui
ti fai la sauna, e torni a casa pieno di risate di sfottò, paraponzi ponzipò.

Ma che mi frega a me, parto. Ora chi ci va a prendere il pane?
Maria, che fra un po' cammina quella lì, si tira su con la testa
che non sembra mica una bambina di due mesi, e infatti ha due mesi
e una settimana abbondante, ecco perché, e noi lì a preoccuparci
che è forzuta.

Ma mica torno a casa, nel caso la suspence vi abbia stecchiti, è solo un altro
viaggio nel viaggio. Si va al nord, ove l'Africa è quella di Quark, con le savane,
i leoni, le giraffe, le antilopi, gli elefanti, Piero Angela e i bororo.
Beh questo è il nome di un popolo di lassù, ma non ne so mica tanto.
Parto domani (o oggi data la mezzanotte passata), il 26, viaggiando di notte,
e torno circa intorno al 4-5 Gennaio.
Siamo in quattro. Facendo il fattibile in treno, e poi in "car",
quel pulmino di cui avete già visto le foto col maiale sopra, ci si mette
un giorno e mezzo di viaggio. Se non avessimo trovato i biglietti del treno,
tutto in car avremmo fatto, e ci volevano due giorni belli interi solo per arrivare.
Però viaggiando di giorno e vedendo gli svariati paesaggi di quella che viene
da molti chiamata "l'Africa in minatura", ovvero 'sto Camerun.
Il Nord è lontano, e più caldo.
Non perché siamo nell'altro emisfero, come spiegavo nel mio secondo
post "L'Africa e i cliché", siamo in quello boreale seppur di poco.
Ma andando a Nord si va verso il Tropico del Cancro, ove il clima è più secco,
quindi, data la stagione secca, più caldo.
Perché qui non piove più, ma l'umidità c'è ancora, in verità, e la notte viene
il freschino e il mattino si sta bene, c'è pure una specie di nebbiolina,
non di quelle da pianura padana, s'intenda, di quelle che non impediscono
di vedere bene, non so se mi rendo conto, come diceva un tale invece di
dire "non so se rendo".
Scavalcherò il 2010 via di qui, insomma, chissà dove, spero sperduto
in qualche parco nazionale in mezzo alle bestie.
Quindi niente post fino a Gennaio inoltrato, a meno che non trovi
internet e la voglia di collegarmi giusto per dire "sono qui".

Mi tocca di promettere un po' di foto al rientro, sennò che gusto c'è.

Ah, buone feste a tutti, anche se qui sembra più Pasqua,
nel caso rimanessi qui, non so se mai mi abituerei al Natale-Capodanno
in maglietta col sole che spacca e tutto il resto.
A tal proposito, per chi mi chiedeva com'è il Natale quaggiù,
c'è appunto questa cosa strana per noi che veniamo dagli inverni.
Le lucine natalizie ci sono pure qui, cappellini da Babbo Natale,
addobbi vari. Solo che mi fan più pensare alle nostre sagre estive.
Ieri sera sono uscito per le strade di Mbalmayo,
accompagnato da un paio di Camerunesi, che come s'è capito
questa città non è molto sicura, meglio avere uno del posto che dà le dritte,
e c'era un bel po' di gente lungo praticamente l'unica strada che ha
un po' di vita serale.
Bar, baracchini di vario genere, per esempio ove si griglia il grigliabile,
musica a tutto volume con scarso utilizzo di equalizzatori, gente che ballava
un po' di qua e un po' di là. A sentir dire, si sarebbe talmente riempito di gente
da chiudere la strada, effetto muro umano. All'una tuttavia son rientrato,
c'erano varie persone, ma nulla in confronto ai Mercoledì di Piazza delle Erbe
a Padova, per chi sa di cosa parlo.
Credo che andassero avanti per tutta la notte, ma io ero molto stanco,
causa nottate lavorative, e qui vi lascio alla vostra fantasia :)

Bene, dormo, non ho ancora preparato il bagaglio, vi lascio con l'augurio
di buon Natale in lingua locale, l'Ewondo:
                                                                            Mbembe abog Klismet.

2 commenti:

  1. Becs è ancora vivo, tiè!

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  2. ecche impressione leggendo iltitolo ho avuto, pensando a un parto gemellare posticipato di due mesi. Ma mi sono rassicurata subito, non si trattava di Parto Chiara ma --Enza e allora di parti cosi' fanne quanti piu' puoi, sono indolori e una vero piacere per chi ti legge, la diramazione d aparte mia e' increscita.

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